Chi Siamo
La storia di Sartoria Porfidia è una storia d’amore
Amore familiare:
il padre Salvatore crea la sua azienda oltre trent’anni fa grazie alle sue capacità di sarto ed alla sua grande esperienza.
Trasmette la sua passione alle figlie, Iole e Maria, che s’innamorano anch’esse di questo mestiere e decidono di entrare nell’azienda, che così diviene un vero e proprio patrimonio familiare.
Un patrimonio che in Campania si inserisce in una tradizione sartoriale che da sempre è proiettata verso il mercato nazionale ed internazionale.
Amore per la moda:
in ogni loro creazione i Porfidia hanno ben presente gli ultimi trend della moda maschile e sanno sempre come realizzare un capo modernamente classico.
Alla base di tutte le scelte operate in Sartoria c’è sempre la voglia di esprimere al meglio e nel mondo più alto il gusto per l’eleganza e per i capi ben fatti, per vestire un uomo che, perfettamente inserito nel mondo moderno, non rinuncia ad una bellezza tipica di altri tempi.
Amore per l’artigianato e la qualità.
Ogni capo è il frutto di un lavoro attento e meticoloso, in cui nulla è lasciato al caso. I piccoli particolari sono scrupolosamente curati ed il prodotto finale risulta essere sempre di raffinata ed inconfondibile qualità.
I tessuti sempre leggeri e gradevoli al tatto, regaleranno comfort e grande piacere. Indossare un capo realizzato dalla Sartoria Porfidia sarà un piacere quotidiano che, una volta provato, diventerà irrinunciabile.
Amore per il cliente.
Ogni cliente è un amico, da imparare a conoscere oppure ben noto, ma sempre un caro amico. L’ascolto delle sue esigenze è il primo passo, il più importante, per realizzare il capo di cui ha bisogno e di cui non potrà più fare a meno.
La realizzazione di un capo su misura, infatti, per i Porfidia non è un mero assemblaggio di misure e tessuti, ma è conoscenza profonda di ogni cliente, alla ricerca dei suoi desideri, anche quelli non ancora coscienti così da rendere la creazione dell’abito, del pantalone o della camicia un’esperienza piacevole di per sé.
